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N. 2.948 - ore 17:00 - Mercoledì 22 Luglio 2020 - Tiratura: 31.087 enonauti, opinion leader e professionisti del vino |
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Our Food, Our Planet, Our Future. Cibo, pianeta, futuro: una concatenazione di relazioni che ci raccontano di come, a seconda del modo in cui ci rapportiamo al nostro cibo - come lo produciamo, lo distribuiamo, lo scegliamo, lo consumiamo - questo avrà impatti significativamente diversi sul nostro pianeta. È il tema di Terra Madre & Salone del Gusto 2020, presentato oggi nella città sabauda dal presidente di Slow Food, Carlo Petrini: un viaggio lungo sei mesi, che partirà l’8 ottobre, tra eventi fisici e digitali, che avrà il suo fulcro a Torino ed una galassia di iniziative in tutto il mondo, in continuo aggiornamento, fino ad aprile 2021. |
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Non solo il vino, certo, ma il mondo intero, in ogni suo aspetto, ha vissuto e sta vivendo un periodo di passaggio, che porterà, inevitabilmente, cambiamenti ad ogni livello. Anche nella sfera enoica, di per sé particolarmente sensibile all’evoluzione ed al confronto, da ben prima che la pandemia si abbattesse su Asia, Europa e Nord America. Così, se il lockdown ha costretto i wine lovers ad un consumo esclusivamente casalingo, ed i professionisti del vino a lavorare da casa, in videoconferenza, il lavoro di enologi e wine makers, in cantina, non si è mai fermato, continuando a tessere la tela dell’eccellenza che, da sempre, è la cifra di Michel Rolland, uno degli enologi più importanti della nostra era, maestro del taglio bordolese. Diventato grande tra i filari degli Chateaux di Bordeaux, è stato capace poi di influenzare il modo di fare vino ovunque, dalla California all’Italia (arrivato sul finire degli anni Ottanta dall’amico Lodovico Antinori, vero inventore del Masseto e di Ornellaia, ed oggi della splendida realtà Tenuta di Biserno, a due passi da Bolgheri, a Bibbona), dove da anni collabora con Marco Caprai, alla guida della griffe del Sagrantino di Montefalco (dove ha presentato l’edizione italiana del suo ultimo libro, “Il Guru del vino”), incardinata su un vitigno ben diverso dagli internazionali, per sua natura ostico, che Rolland ha saputo conoscere ed addomesticare, perché “tutto è difficile, ma niente è difficile”, come racconta a WineNews, dispensando un certo ottimismo per il futuro. “Se vogliamo valutare i cambiamenti portati dalla pandemia nel mondo del vino, porto come esempio Bordeaux: si è da poco conclusa l’en primeur, e come tutti gli anni gli operatori sono ottimisti, è andata molto bene, molto meglio di quanto si potesse immaginare. Significa che il mercato del vino è ancora vivo, aspettando che tutto torni come prima”. Quando si riprenderà da dove eravamo rimasti, ossia da un mondo in cui “il vino non è mai stato buono come lo è oggi”, e che si appresta a fare i conti con un nuovo produttore, “la Cina, dove il vino di qualità avrà bisogno di anni per imporsi, ma se cinesi dovessero scoprire veramente il vino, saranno costretti ad importarlo da Italia, Francia e Spagna”. |
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Dopo mesi di speculazioni e giorni di trattative, l’accordo sul Recovery Fund in Europa è stato trovato, con l’Italia che porta a casa 209 miliardi di euro (il 28% delle risorse complessive). E a stare col fiato sospeso, ovviamente, era anche il mondo dell’agroalimentare, una filiera tra le più colpite dalla pandemia di Coronavirus, che necessita di aiuti ed interventi importanti. Con Cia-Agricoltori Italiani, e Coldiretti, tra le principali associazioni di categoria, che, all’unisono, invitano il Governo ad agire, in fretta possibilmente, destinando parte degli aiuti in arrivo dall’Europa al settore agroalimentare, finanziandone lo sviluppo tecnologico, le infrastrutture, ma anche l’autoapprovvigionamento, perché proprio durante il lockdown il problema dell’autosufficienza alimentare di Italia e Stati membri dell’Ue è finito sotto i riflettori . |
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A darci lo spunto per parlare di cinema e, ovviamente, di vino, è la scomparsa di uno dei più grandi maestri italiani: Ennio Morricone. Nel suo sodalizio con Giuseppe Tornatore, il grande compositore ha dedicato una delle sue indimenticabili colonne sonore anche al vino: “Il vino e l’uva”, in “Stanno tutti bene”, David di Donatello come Miglior musicista. Il set a cielo aperto, dove non c’è luogo in cui non vi sia del vino, è la Sicilia, cornice di capolavori come “Il Gattopardo” e “Il Postino”. E poi c’è la Toscana, con i suoi vigneti da sempre set gettonatissimo, dal recente “Under the Tuscan Sun” a “Molto rumore per nulla”, ambientato nel Chianti Classico, passando per “Il Galdiatore”, sullo sfondo della Val d’Orcia. Dove, anni prima, fu girato “Fratello Sole e Sorella Luna”, tra la Piana di Castelluccio di Norcia e Gubbio, l’Abbazia di Sant’Antimo e Montalcino, tra i vigneti che poco più tardi avrebbero conquistato celebrità mondiale grazie al Brunello. E ancora, Montepulciano, terra del Nobile, che ha fatto da sfondo, tra gli altri, a “In nome del Papa re”, “Sogno di una notte di mezza estate” e “New Moon”. Senza dimenticare la Valtellina, set de “Rupi del Vino”, le colline del Prosecco, sfondo di “Finché c’è Prosecco c’è speranza”, e tanti altri territori, da scoprire in questa estate ... italiana. |
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Italia, natura, distanziamento: ecco le parole chiave dell’estate 2020 per gli italiani che, causa pandemia, non andranno all’estero, e si cimenteranno nella riscoperta del Belpaese. Lasciando da parte le grandi città d’arte, ma preferendo piuttosto dedicarsi ai piccoli borghi e al relax immersi nella natura. Riportando, di fatto, di tendenza il soggiorno immerso nei vigneti, tra wine resort di lusso e cantine con agriturismo, per godersi al meglio i panorami mozzafiato del vino, come le colline del Prosecco, i vigneti d’altura del Trentino e quelli della laguna di Venezia, a Venissa. |
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“Visto il momento economico che stiamo attraversando, con un canale Horeca praticamente chiuso che sta ripartendo un po’ a singhiozzo, come Consorzio abbiamo approvato una riduzione della produzione del 20%. Il prezzo del Chianti è fra i 110 e i 130 euro per ettolitro, e l’obiettivo è di mantenerlo sul mercato”. Ecco le misure di “difesa” alla crisi lasciata dalla pandemia di Coronavirus del Consorzio del Vino Chianti spiegate dal presidente Giovanni Busi, che analizza anche l’andamento dell’annata, tra condizioni climatiche favorevoli e la difficoltà dei produttori. “L’uva c’è, è sana e bella, dal punto di vista delle condizioni climatiche - racconta Busi - l’annata è stata felice, e si può sperare in una buona vendemmia. Ma il Coronavirus ha messo in difficoltà le aziende, che sono senza soldi e stanno andando avanti solo con le proprie forze”. |
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“Si è perso un patrimonio di professionalità e competenze che è la grande lacuna del nostro sistema agroalimentare. Se chi concede i mutui è lontano dalla logica agricola, pur facendo il suo lavoro, il rischio è che non capisca che questa operazione ha le sue specificità, applicando delle condizioni che non si confanno al mondo agricolo. Ma ci sono esempi positivi all’orizzonte, come la possibilità di usare il magazzino, e quindi il vino in cantina, come garanzia”. |
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