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N. 3.903 - ore 17:00 - Lunedì 26 Febbraio 2024 - Tiratura: 31.211 enonauti, opinion leader e professionisti del vino | |
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| | | Se il vino vuole guidare la rivoluzione dell’agricoltura, obiettivo dichiarato della “Slow Wine Coalition” e del suo Manifesto, e della “Slow Wine Fair” (a Bolognafiere, dal 25 al 27 febbraio) - con oltre 1.000 produttori da tutto il mondo, con storie che al vino, spesso, mescolano progetti di inclusione sociale, di sostenibilità vera, ambientale e sociale - serve al vino, come all’agricoltura, la consapevolezza che tutto parte dal suolo. Messaggio rilanciato, tra gli altri, da Barbara Nappini, presidente di Slow Food Italia, e Maria Grazia Mammuccini, presidente FederBio (con il saluto, in video messaggio, del Ministro dell'Agricoltura, Francesco Lollobrigida). | |
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| | Generalizzare, nel mondo del vino, è una strategia di analisi sbagliata, soprattutto in questo periodo storico di grandi cambiamenti, da quelli climatici alla parte legata ai consumi, dove non tutti procedono alla stessa velocità. Il prodotto vino, nella distribuzione, si sta evolvendo in modo differente ma anche velocemente. Dello stato di salute di gdo ed horeca, passando per i nuovi trend sempre più “salutistici” dei giovani, al “borsino” sui vini rossi, bianchi e sparkling, WineNews ne ha parlato con Luca Cuzziol, presidente “Società Excellence”, che riunisce 21 importanti realtà leader della distribuzione d’Italia di vino e distillati. Iniziando dallo stato di salute del vino italiano nell’horeca, per il presidente Cuzziol è sicuramente positivo, “pur compatibilmente con una situazione macro-economica che è quella che sappiamo, gli Stati Uniti sono in difficoltà, il mercato inglese è in grande contrazione, la Germania è in recessione. Quindi abbiamo, a volte, un surplus di offerta, però, comunque, il mercato italiano sta crescendo ed andando verso la qualità”. Per l’evoluzione del mercato, e quindi i consumi di vino in Italia per tipologie, Cuzziol, invece, sottolinea che “è cambiato in modo molto netto e questo è dovuto ai cambiamenti climatici e dei costumi; si beve più fuori casa, il vino bianco va per la maggiore rispetto al vino rosso, le bollicine fanno da padrone. Ma è cambiato anche il modo di bere vino: 30 anni fa si beveva un bicchiere di rosso, quando si usciva, oggi si beve un bicchiere di bianco o una bollicina. Penso che il vino bianco rappresenti più del 50%, rispetto al rosso, al netto della bollicina, che ha un mercato enorme, basti vedere i numeri dello Champagne in Italia che sono poco sotto i 10 milioni, quindi è abbastanza chiaro che il mercato va in base a questo cambiamento totale dei consumi verso il vino bianco e meno verso il vino rosso. Penso che rappresenti almeno il 60%, il vino bianco”. Novità che sono anche un segno dei tempi, di richiesta di prodotti più vicini al concetto di “salute” e di “sostenibilità”. A guidare il cambiamento, sono i giovani, che “cercano dei vini prodotti in modo rispettoso e sostenibile”, ma Cuzziol è convinto anche del forte valore che hanno il marchio ed i grandi territori del vino agli occhi del consumatore. | |
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| | Sulla Pac “dovrebbe essere possibile già riaprire i negoziati in questo mandato, se vogliamo far qualcosa rapidamente per gli agricoltori. A breve termine, possiamo essere più flessibili nell’interpretazione del concetto di circostanze straordinarie, perché non sono in grado di operare normalmente. Ma prima della scadenza al 2027, possiamo riflettere su una riapertura”. Così il Commissario Ue all’Agricoltura Janusz Wojciechowski, dopo Agrifish, il Consiglio dei Ministri dell’Agricoltura Ue, oggi a Bruxelles, sulla semplificazione della Pac avanzata dalla presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen, definita dal presidente del Consiglio David Clarinval non sufficiente, mentre il Ministro Francesco Lollobrigida ha portato un documento italiano per la Pac. Tutto intorno, la protesta degli agricoltori, Confagricoltura al Copa-Cogeca e Coldiretti in piazza. | |
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| | | Per il mondo del vino è la prima volta e, come tutte le prime volte, si tratta di qualcosa di speciale e da ricordare, soprattutto perché arriva grazie ad un impegno fondamentale, quello per la sostenibilità, parola dai confini di significato forse troppo larghi, ma che per tanti è un valore imprescindibile. E non solo nella declinazione più “classica”, come quella ambientale ed economica, ma anche sociale. Così è per Marco Caprai, figlio di Arnaldo Caprai, imprenditore tessile lungimirante, insignito del titolo di Cavaliere del Lavoro nel 2002, che ha preso il timone dell’azienda nel 1988 portando nel mondo il Sagrantino con un impegno forte anche a livello sociale, tanto che, dal 2016, l’Azienda Agricola Arnaldo Caprai di Montefalco ha iniziato un percorso di collaborazione con la Caritas di Foligno per l’inserimento dei migranti nel mondo del lavoro: ben 200 persone hanno avuto questa opportunità in un progetto che spinge sull’integrazione. Sei migranti su dieci sono rimasti a lavorare stabilmente, impegnandosi nella potatura della vite e nella raccolta dell’uva, a dimostrazione che l’accoglienza può essere benefica per l’impresa e per il territorio. Un impegno che non ha lasciato insensibile il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che ha insignito Marco Caprai dell’onorificenza per l’imprenditoria etica. | |
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| | | Un impegno per la creazione di prezzi minimi dei prodotti agricoli per legge (oggi impossibile a livello Ue, ndr) “che tutelino il reddito agricolo”, e che si baseranno su indicatori che determineranno quanto costa a un agricoltore produrre un chilo o un litro di uno specifico prodotto. È la misura shock annunciata dal Presidente francese, Emmanuel Macron, al Salone dell’Agricoltura a Parigi, dove ha incontrato faccia a faccia agricoltori e produttori, che, in parte, lo hanno clamorosamente contestato. | |
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| | Buona cittadinanza d’impresa, sostenibilità di operazioni e processi, sostenibilità della catena di fornitura, prodotti e strategie che contribuiscono a diete sane e sostenibili sono i quattro ambiti in cui si articola EquiPlanet, il nuovo standard di certificazione della sostenibilità destinato alle imprese agroalimentari, protocollo nato per certificare la sostenibilità di un numero in costante crescita di imprese agroalimentari e far fronte alle richieste di un mercato sempre più sensibile alle tematiche ambientali e sociali. Rispetto ad Equalitas, legata alla viticoltura, è destinato alle imprese agroalimentari, certificando la conformità delle politiche e dei processi aziendali agli obiettivi e ai requisiti stabiliti dall’Agenda Onu 2030. Lo standard si articola anche in 20 tematiche e 88 requisiti, “in linea con gli obiettivi e le azioni stabilite dallo United Nation Global Compact”. | |
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| | | Da Turchia a Spagna, da Messico a Brasile, passando per l’Azerbaigian, progetti di viticoltura eroica, storica ed inclusione sociale nel mondo. Storie di vita, di impresa e idee che raccontano la diversità del vino, nel calice, nella vigna, nella visione, con un denominatore comune: la voglia di fare vini di qualità salvando vigneti storici e a rischio abbandono, lavorare per l'inclusione sociale, proiettare nel futuro valori e visioni di famiglia e di impresa. | |
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