Se questo messaggio non è visualizzato correttamente clicca qui
|
N. 2.673 - ore 17:00 - Giovedì 6 Giugno 2019 - Tiratura: 31.087 enonauti, opinion leader e professionisti del vino |
|
|
|
|
|
|
Il più grande dei vini delle Langhe, il Barolo, dedicato a Carlin Petrini, langarolo “Doc”, nato a Bra, e tra le personalità più influenti al mondo, nell’ultimo mezzo secolo, sui temi legati al cibo, alla tutela delle comunità e non solo, con il suo messaggio e le sue riflessioni incarnate in Slow Food. Così ha deciso l’Enoteca Regionale del Barolo (che negli anni ha dedicato la sua “selezione” a critici come Antonio Galloni, Jancis Robinson e Ian d’Agata, tra gli altri), che il 9 giugno celebrerà la giornata conclusiva della “Barolo Open Week”, che, dal 1 giugno, al Castello Falletti di Barolo, ha tenuto a battesimo l’annata 2015 del Barolo. |
|
|
|
|
Se l’export, che vale ormai oltre la metà del business del vino italiano, e cresciuto moltissimo, negli ultimi 10 anni, è anche grazie ai fondi dell’Ocm Vino, ed in particolare della misura “Promozione dei Paesi Terzi”. Misura al centro di un’analisi di Ernesto Abbona, alla guida di Unione Italiana Vini (Uiv). Innanzitutto, emerge che, tra il 2009 ed il 2018, sono stati spesi fondi comunitari per la promozione del vino italiano nei Paesi terzi, per 660 milioni di euro, che uniti ai fondi messi in campo dalle imprese, al 50%, come previsto dalla misura, hanno attivato, di fatto, 1,2 miliardi di euro di spesa in attività promozionale. Una cifra ingente, e che poteva esserlo ancora di più, perché la spesa programmata per la promozione, in realtà, sarebbe stata di 780 milioni di euro, con 130 milioni che, invece, non è stato possibile spendere, spiega l’analisi, per difficoltà amministrative e burocratiche, sia nei primi anni di applicazione, che negli ultimi due. Con molte Regioni (che gestiscono il 70% del budget, mentre il 30% è in mano dal Ministero delle Politiche Agricole, ndr), che spesso hanno ricollocato i fondi “verso altre misure, in primis la ristrutturazione dei vigneti”. Ma nonostante questo, “l’Italia è stato il Paese che più di tutti ha utilizzato i fondi a disposizione, e che più ha speso in Europa in promozione: tra il 2014 ed il 2018, il Belpaese ha speso il 50% del budget europeo, contro il 24% della Spagna ed il 20% della Francia”. E nonostante la grande frammentazione del sistema produttivo del vino italiano, dai dati emerge che le cantine italiane, alla fine, hanno saputo fare aggregazione, almeno per l’utilizzo di questa misura, al punto che la spesa media per beneficiario, tra il 2014 ed il 2017, è stata di 278.788 euro per l’Italia, contro i 91.130 euro per la Francia e i 71.758 della Spagna. Sforzi che, evidentemente, hanno prodotto risultati: nel periodo 2010-2018, le esportazioni di vino italiano sono cresciute dell’8% all’anno in Usa, del 5% in Svizzera e Norvegia, del 4% in Canada, del 6% in Giappone, ma anche del 16% in Cina e del 12% in Sud Corea, per esempio. Numeri che ribadiscono quanto questa misura sia importante, e quanto delicato sia affrontarne il futuro, in fase di revisione della Pac post 2020, guardando, ricorda Abbona, anche alle “nomine della prossima Commissione Europea”. |
|
|
|
|
Fare cultura del vino, vuol dire anche portare alla sua corte le massime istituzioni del Paese. E non a caso, sarà il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte a chiudere, il 15 giugno, il “Forum Internazionale della Cultura del Vino” della Fondazione Italiana Sommelier, guidata da Franco Maria Ricci (che nel 2018 vide sul palco il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ndr), che a Roma metterà al centro la “Vita” ed un progetto di solidarietà, insieme all’Ospedale Pediatrico Bambin Gesù. Una presenza, quella di Conte, che è ulteriore testimonianza della crescente attenzione delle istituzioni alla grande Cultura del Vino. che si traduce anche in fatti concreti, come “Vita”, etichetta in 6.000 bottiglie, realizzate per un’enoteca che avrà il suo spazio nel complesso del Bambino Gesù, che sarà presentata dal presidente di Assoenologi, Riccardo Cotarella. |
|
|
|
|
|
Nel mondo del vino, le bollicine sono state le assolute protagoniste dell’evoluzione dei consumi. Dapprima vino da fine pasto, sono state sdoganate come vino gastronomico, e poi, da vino da “evento”, sono entrate nel quotidiano dei consumatori di tutto il mondo. E gli Usa non fanno eccezione, come raccontano i dati di Impact Databank del gruppo Shanken (editore di Wine Spectator, ndr). Dal 2007 al 2017, i consumi complessivi sono cresciuti del 51,1%, ed il grande protagonista di questa crescita, almeno nei volumi, è per distacco il Prosecco, cresciuto, dal 2010 al 2018, di qualcosa come il +561,6%, superando i 5,3 milioni di casse da 9 litri. Motore formidabile di quella “sparkling mania” che ha contagiato anche gli Stati Uniti, mercato n. 1 del vino mondiale, che ha visto crescere tutte le bollicine più importanti a doppia cifra, dallo Champagne, a +40,4%, al Cava, a +19,2% (ed entrambi con spedizioni che superano 1,7 milioni di casse), così come la produzione americana, +26,6%. Un trend più che solido, dunque, e che non sembra destinato ad esaurirsi nel breve termine. E di cui, magari, potrebbero approfittare anche le grandi bollicine metodo classico del Belpaese, dal Trentodoc al Franciacorta, dall’Alta Langa all’Asti, in cerca di riscossa. |
|
|
|
|
|
La Vernaccia di San Gimignano, una delle più antiche denominazioni d’Italia, già lodata da Dante, Vasari e Michelangelo Buonarroti, continua a guardare al futuro, con una guida al femminile: la nuova presidente del Consorzio del Vino Vernaccia di San Gimignano è Irina Guicciardini Strozzi, espressione di una delle più antiche famiglie del vino della “Manhattan del Medioevo”, e discendente della “Monnalisa”, Lisa Gherardini, che avrebbe ispirato Leonardo per la sua “Gioconda”, che subentra così a Letizia Cesani, dopo tre mandati consecutivi. |
|
|
|
|
Susken Rosenthal, una delle più quotate land artist internazionali, firma “Cocoon”, l’installazione nel Parco della Filandetta, di proprietà di Bortolomiol, cantina simbolo del ricco territorio del Prosecco, che quest’anno compie 70 anni dalla sua fondazione. Per festeggiare, quindi, la maison ha selezionato, tra oltre 300 candidature, l’artista tedesca, dando vita alla prima edizione della residenza d’artista, curata da Current Corporate, nel cuore di Valdobbiadene e del Prosecco Superiore, nel Parco della Filandetta, che sarà inaugurata il 13 giugno. Lavorando con i materiali naturali del parco, ha dato forma ad un’installazione che evoca il duro processo di filatura della seta, che in passato ha visto la necessità dell’apporto femminile, che la famiglia Bortolomiol ben rappresenta |
|
|
|
|
|
Il futuro della denominazione simbolo della Calabria, nelle parole di Raffaele Librandi, rieletto presidente del Consorzio Vini Cirò e Melissa, per valorizzare un vino, ed un territorio, meno conosciuti di quanto meriterebbero, per la loro millenaria storia enoica. “Tante attività di educazione e formazione in programma, e con la Docg l’obiettivo è far crescere l’economia, e fare del Cirò un volano per tutto il territorio”. |
|
|
|
|