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N. 3.909 - ore 17:00 - Martedì 5 Marzo 2024 - Tiratura: 31.224 enonauti, opinion leader e professionisti del vino | |
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| | | Si avvicina a grandi passi Vinitaly, evento principe del vino italiano che, ancora un volta, dal 14 al 17 aprile, a VeronaFiere (con l’anteprima di “Opera Wine, il 13 aprile, quest’anno dedicata alla lirica diventata Patrimonio Unesco), unirà “tutto il made in Italy enologico da tutte le Regioni italiane e da oltre 30 Paesi”, nell’edizione n. 56. Dove sempre di più saranno gli operatori dal mondo, grazie ad un investimento importante nell’incoming, per 3 milioni di euro, tra Veronafiere ed Ice Agenzia (i dettagli in approfondimento). Così una nota di Veronafiere, che presenterà ufficialmente l’evento a Bruxelles, il 19 marzo. | |
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| | Se Vinexpo Paris Wine Paris crescerà ancora, come molti si aspettano (e come abbiamo raccontato nei giorni scorsi), e diverrà la vera fiera internazionale del vino, a ProWein, a Dusseldorf, che lo è stata negli ultimi anni, ed è chiamata alla riscossa dopo un’edizione 2023 meno brillante di altre, potrebbe tornare una fiera prevalentemente per il mercato tedesco (che è, in ogni caso importantissimo, per l’Italia, leader tra i Paesi importatori, e non solo), e come punto di incontro privilegiato per tanti mercati del nord e dell’est Europa. In ogni caso, la fiera tedesca, dal 10 al 12 marzo 2024, vedrà ancora l’Italia protagonista, con oltre 1.190 espositori registrati (comunque in calo sulle scorse edizioni), rappresentativa più grande in assoluto, seguita da Francia (743) e dalla Germania (708), e da tanti Paesi di tutto il mondo. D’altronde, i numeri parlano da soli: l’Italia del vino è Paese leader in volume e valore tra i vini di importazione della Germania, con il Paese tedesco che, per le cantine tricolore, nei primi 11 mesi 2023, ha fruttato 1,1 miliardi di euro, a +3,7% sul 2022, secondo i dati Istat analizzati da WineNews. E non è un caso che, come detto, l’Italia del vino sia ancora un volta presente in massa, seppur con più collettive e qualche defezione in più sul passato, soprattutto tra le aziende medio piccole. In ogni caso, non mancheranno i top brand del Belpaese (tanti nomi in approfondimento). Rappresentanze del vino italiano che, dunque, dalla ProWein 2024, guarda, con particolare attenzione, al mercato tedesco che, come racconta il report statistico di “DeutscherWein.de”, relativo per la verità al 2022, non ha passato indenne il vaglio delle difficili condizioni economiche che tutti i Paesi del mondo hanno attraversato in questi anni. In particolare, evidenzia il report, i vini di importazione, che si muovono nella distribuzione ad un prezzo medio di 3,6 euro al litro, hanno visto un calo del -7% in volume e del -5% in valore, mentre i vini domestici (nel 2022 la Germania ha prodotto 9 milioni di ettolitri di vino, a fronte di un import di 13 milioni di ettolitri, ndr), che costano, in media, 4,18 euro al litro, hanno perso il 14% in volume e l’8% in valore. I consumi di vino, nel 2022, si sono attestati a 19,9 litri procapite, per la prima volta sotto i 20 litri a testa dal 2015. | |
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| | Riduzione degli imballaggi del 15% entro il 2040 (con scaglioni di -5% al 2030 e -10% al 2035), con particolare attenzione alla plastica, niente più chimica almeno per i prodotti a contato diretto con gli alimentari, e incentivi al riuso che, però, dovrebbero non riguardare alcune categorie di prodotti, tra cui vino, alcolici e latte. Lo prevede l’accordo provvisorio sul nuovo regolamento packaging, raggiunto, ieri, da Parlamento e Consiglio Ue, che ora dovranno approvarlo formalmente. Le nuove misure, spiega una nota ufficiale, “mirano a rendere gli imballaggi utilizzati nell’Ue più sicuri e sostenibili, imponendo che tutti gli imballaggi siano riciclabili, riducendo al minimo la presenza di sostanze nocive, riducendo gli imballaggi non necessari, promuovendo l’adozione di contenuto riciclato e migliorando la raccolta e il riciclo”. | |
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| | | 33.000 ettari di superficie vitata (di cui 17.000 di Montepulciano); 3,4 milioni di ettolitri di vino prodotti, di cui oltre 1 milione rivendicati a Doc, rappresentati per l’80% dal Montepulciano d’Abruzzo; 6.000 produttori di uva, 35 cantine cooperative ed oltre 250 cantine. Un mercato che è in calo per volumi, ma inaspettatamente in aumento per valore, sia in Italia che all’estero. Ecco i primi indizi vitivinicoli dell’Abruzzo versione 2024, che guarda al futuro nel “modello Abruzzo”, ideato dal Consorzio Vini d’Abruzzo nel 2022 e che sta prendendo sempre più forma da allora. Da qualche mese, ad esempio, la tutela e valorizzazione della Docg Colline Teramane (prima e unica Docg della regione, riconosciuta nel 2003, che conta su 42 produttori, 172 ettari di vigneto, una produzione media di 600.000 bottiglie l’anno) è passata sotto il Consorzio Vini d’Abruzzo per lavorare uniti in sinergia. Mentre un ultimo tassello di questa evoluzione è stata l’“Anteprima Montepulciano d’Abruzzo”, nella “Abruzzo Wine Experience”, vitigno principe della regione, che ha visto uniti in assaggio sia i Montepulciano Doc che Docg, in panel separati per l’ultima volta, ma nella stessa giornata, con i vini Doc suddivisi fra le 4 province previsti dal nuovo disciplinare (che saranno effettive in etichetta a partire dalla vendemmia 2023, in approfondimento). | |
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| | | Continua a tenere banco la questione della vendita di vino, a Bordeaux, a prezzi giudicati troppo bassi, dopo che due importanti négociant, Cordier e Maison Ginestet, sono stati accusati di aver acquistato vino sfuso in tonneaux a prezzi troppo bassi, e, il 22 febbraio, condannati dal tribunale commerciale di Bordeaux a pagare 350.000 euro di risarcimento a Rémi Lacombe, produttore, che li aveva accusati. Ma adesso è tempo delle reazioni: come riporta Vitisphere, Cordier fa ricorso contro la multa di 200.000 euro “per i vini acquistati a prezzi abusivamente bassi”. | |
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| | Servono 100 miliardi in più per salvare la Pac (che oggi ne vale poco meno di 400) e mantenere le quote nazionali così come oggi, oppure ognuno dovrà rinunciare a qualcosa. Ecco quanto servirebbe per sostenere la Politica Agricola Comune se l’Ucraina (un gigante da 41 milioni di ettari di terra coltivabile) entrasse in Unione Europea (che ne conta, in totale, 157). Un tema, questo, al centro del dibattito, che ha guidato anche l’evento della piattaforma editoriale Withub, oggi a Bruxelles, “#Agrifood24, nuove coordinate per la sostenibilità dell’agricoltura Ue”, con le principali associazioni di categoria - Cia, Coldiretti, Confagricoltura, Eat Europe e Filiera Italia - e del Commissario Europeo per l’Agricoltura, Janusz Wojciechowski. | |
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| | | “Il Trentodoc sta bene, nonostante un 2023 non positivo, dopo anni di crescita in notorietà e per il futuro siamo moderatamente ottimisti. Il mercato del Metodo Classico è nazionale, e abbiamo investito molto su Usa e Svizzera, forti della qualità riconosciuta dalla critica mondiale. Dobbiamo far crescere ancora il marchio collettivo”. Così, a WineNews, Stefano Fambri, nuovo presidente Istituto Trentodoc e direttore Nosio (Gruppo Mezzacorona). | |
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