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N. 3.003 - ore 17:00 - Mercoledì 7 Ottobre 2020 - Tiratura: 31.087 enonauti, opinion leader e professionisti del vino |
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Nella sua visione c’è il concetto di “sartorialità”, di “atelier” applicato al mondo del vino, per puntare su qualità e personalizzazione. Con dei modelli chiari da seguire, a cui ispirarsi, come la culla del Brunello di Montalcino, Biondi Santi, quella del Sassicaia, la Tenuta San Guido, a Bolgheri, e Gaja, nome di riferimento delle Langhe e del Barbaresco. Così la pensa Renzo Rosso, guida di una delle grandi firme di successo della moda italiana, Diesel, e produttore di vino con la sua Diesel Farm, a Marostica, ma anche come investitore (al 5% di Masi Agricola, con il fondo Red Cirlce Investment srl). Che si è raccontato alla “Milano Wine Week”. |
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La pandemia, lo scontro a colpi di dazi tra Usa ed Europa, la hard Brexit, nulla sembra minare la solidità del mercato di fine wine - sempre più bene rifugio e capaci di resistere anche alla peggiore delle congiunture degli ultimi decenni. Come emerge dai dati di fine settembre, il Liv-ex 1000, l’indice “degli indici” del mercato secondario dei fine wine, da inizio anno è cresciuto dello 0,96% (e nell’ultimo mese dello 0,98%), soprattutto per merito dell’Italy 100, dedicato alle migliori etichette del Belpaese, formato dalle ultime 10 annate fisiche (2007-2016) dei grandi Supertuscan, ovvero Sassicaia, Masseto, Ornellaia ed il grande “trittico” della famiglia Antinori, formato da Solaia, Tignanello e Guado al Tasso, e ancora dal Sorì San Lorenzo (annate dal 2006 al 2011 e dal 2013 al 2016), dal Barbaresco (dal 2007 al 2016) e dallo Sperss (2005-2011 e 2013-2015) di Gaja, e immancabile Barolo Monfortino Riserva di Giacomo Conterno (con le annate dal 1999 al 2002, dal 2004 al 2006 e poi 2008, 2010 e 2013), e cresciuto del 2,39% a settembre e del +4,69% da inizio anno, grazie alle performance di Sassicaia e Solaia. Certo, non è un’evoluzione strabiliante, anzi, decisamente sotto la media degli ultimi anni, ma di questi tempi, trovarsi in territorio positivo è già un’ottima notizia. Rispetto a settembre 2019, invece, si registra un calo piuttosto netto, del -2,61%. Tra i sotto indici, detto di quello dedicato alle etichette più scambiate del Belpaese, fa ancora meglio, da inizio 2020, lo Champagne 50: +6,8%, e +2,12% a settembre, con Bollinger Grand Anne 2005 e Taittinger Comte Champagne 2004 sugli scudi. Bene anche il Bordeaux Legends 40: +2,37% da inizio anno e +2,11% nel mese di settembre. Si difende anche il Rhone 50 (+2,76% da inizio anno e +1,11% nell’ultimo mese), così come il Liv-ex Bordeaux 500, il più importante, per volume di affari, dei sotto indici, che chiude al +2,52% da inizio 2020 ed al +1,03% a settembre. Frena il Burgundy 150, il migliore dell’ultimo quinquennio, che però da inizio anno perde il -1,91%, chiudendo il mese di settembre in leggero recupero (+0,7%). Infine, il Rest of the World 60, l’unico che perde sia sul breve che sul medio periodo: -2,47% da inizio anno, e -0,86% a settembre. |
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ProWein rilancia al 2021, e sfida il Covid allungando la propria durata: non più 3 ma 5 giorni, iniziando il 19 marzo (anziché il 21 marzo, come da calendario) per chiudere il 23 marzo, per conciliare le norme di igiene e sicurezza imposte dal Covid-19, e la gestione dei “flussi di espositori e visitatori della più importante e grande fiera mondiale per vini e liquori. L’anno prossimo avranno accesso alla ProWein al massimo 10.000 visitatori al giorno”. Ad annunciarlo in un comunicato è la Messe Düsseldorf, dopo un primo test pratico nei giorni scorsi, con Caravan Salon, la maggiore fiera internazionale del camperismo in settembre, come spiegato da Erhard Wienkamp, Managing Director del settore fieristico della Messe Düsseldorf. |
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Se il vino sarà tra i protagonisti delle attività del “Patto per l’Export”, che vedrà l’Ice tra i principali player, intanto il mondo della produzione enoica sale ai vertici dell’Agenzia che ha per obiettivo il sostegno delle imprese italiane nel mondo: Josè Rallo, alla guida insieme al fratello Antonio di Donnafugata, una delle cantine più prestigiose di Sicilia e d’Italia, è entrata a far parte del cda di Ice-Agenzia, su proposta del Ministro degli Affari Esteri Luigi di Maio. Così si legge sul sito del Governo, con la nomina della produttrice siciliana accompagnata, tra le altre, da quella di Ivano Vacondio, presidente Federalimentare. “L’Italia deve guardare con fiducia al commercio estero e puntare a giocare un ruolo di primo piano anche in questa fase così complessa e delicata della pandemia e delle relazioni commerciali a livello internazionale - ha commentato Josè Rallo - il Paese deve fare squadra per dare nuovi strumenti ed occasioni di sviluppo alla internazionalizzazione del nostro tessuto produttivo. Il nostro Made in Italy è fatto di saperi e territori che danno vita a produzioni di qualità, uniche e sostenibili come quelle dell’agricoltura e della filiera agroalimentare da cui provengo. Sono questi gli asset strategici del nostro export e dell’immagine dell’Italia nel mondo il cui straordinario potenziale l’Ice è chiamata a promuovere”. |
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Il più prezioso è quello di Alba, ma anche ad Acqualagna, San Miniato e San Giovanni d’Asso nelle Crete Senesi, il tartufo bianco spunta ottime quotazioni. Ma dietro ai nomi ed ai territori noti, ci sono altre Regioni d’Italia in cui il Tuber Magnum Pico è di casa da sempre. Spesso ad ottimo livello qualitativo. È il caso dell’Appenino Bolognese, dove qualche giorno fa è stato trovato un tartufo bianco da 530 grammi, che sarà in esposizione alla Rinascente a Milano. Un ottimo segnale proprio all’inizio della stagione del tartufo bianco. |
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Con le uve in cantina quasi in tutta Italia, è tempo di pensare all’altra grande coltura del made in Italy, le olive, e quindi l’olio, caposaldo della dieta Mediterranea e prodotto d’eccellenza mai abbastanza celebrato (e pagato). Secondo di Cia - Agricoltori Italiani è un Paese spaccato in due, con la produzione al Sud in forte calo e in ripresa invece al Nord. La campagna segnerà un netto -36%, con una previsione di poco più di 235.000 tonnellate di olio extravergine d’oliva prodotto, contro le 366.000 tonnellate del 2019. Evidente il calo della Puglia (-51%) , e non si arresta il crollo del Salento flagellato dalla Xylella. Arriva però anche una bella notizia: è iniziata a Casarano (Lecce) la prima raccolta dai nuovi uliveti “Fs-17 Favolosa”, una delle due cultivar, insieme al leccino, che secondo gli scienziati è resistente agli attacchi della Xylella. |
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“Una delle contraddizioni di questo momento straordinario e di grande sofferenza che è la pandemia, è che tutta l’economia distributiva si è concentrata intorno alla grande distribuzione e in parte alla distribuzione online. In realtà, per uscire da questa situazione noi dovremmo invece implementare un’economia di prossimità”. Da domani, a Torino e in tutto il mondo, torna “Terra Madre Salone del Gusto”, in presenza e in digitale, fin ad aprile 2021. |
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