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N. 3.333 - ore 17:00 - Lunedì 17 Gennaio 2021 - Tiratura: 31.116 enonauti, opinion leader e professionisti del vino |
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Finita la tregua tra Russia e Francia, con l’inizio del 2022 torna in vigore la legge che impedisce allo Champagne di utilizzare il termine “Champanskoïe”, in cirillico, sulla retroetichetta delle bottiglie esportate sul mercato russo, “riservato” solo agli spumanti prodotti nel Paese. Una situazione, riporta “Vitisphere”, che sta causando una certa irritazione tra i produttori francesi. Che, comunque, continuano a lavorare ai fianchi delle autorità russe, mediando tra la necessità di tutelare un mercato importante (da 1,7 milioni di bottiglie) e quella di difendere il nome dello Champagne, denominazione di riferimento per le bollicine del mondo. |
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L’inizio dell’anno, per il vino europeo, è sempre un momento cruciale, specie se di mezzo ci sono i finanziamenti a misure fondamentali come i fondi Ocm per la promozione sui Paesi Terzi e i diritti di impianto, per cui passa una bella fetta della crescita economica delle imprese del settore. In Italia, a fine anno il Ministero delle Politiche Agricole ha pubblicato la graduatoria provvisoria dei progetti ammessi a finanziamento con le risorse dell’Ocm Vino per la Promozione nei Paesi Terzi, per un totale di 29 milioni di euro di contributo (per 72 milioni di euro di progetti), ed è di qualche giorno fa la pubblicazione del decreto che mette a disposizione dei vignaioli autorizzazioni per 6.964 ettari di nuovi impianti. Parallelamente, anche il principale competitor dell’Italia, la Francia, ha fissato i paletti della propria strategia di crescita, riassunta dai punti chiave del Consiglio “Vin et Cidre” di FranceAgriMer, il braccio operativo del Ministero dell’Agricoltura francese, ente pagatore sia dei sostegni nazionali che europei, ma anche operatore terzo che si occupa di analisi di mercato, studi e previsioni. FranceAgriMer ha condiviso gli elementi principali del bando 2021 “Promozione sui mercati dei Paesi terzi”, chiuso il 3 novembre: verranno realizzati progetti per 99,6 milioni di euro, in 39 Paesi target (più degli scorsi anni), per un totale di 700 azioni e 2.800 eventi. Per l’estensione delle autorizzazioni ai nuovi impianti viticoli, la Direzione Generale per la Performance Economica e Ambientale delle Imprese (Dgpe) del Ministero delle Politiche Agricole e Alimentari, ha presentato in Consiglio l’estensione automatica dei diritti fino al 3 dicembre 2022. FranceAgriMer, inoltre, ha presentato il bilancio del commercio estero del vino francese nei primi nove mesi 2021, che hanno toccato i 10,86 milioni di ettolitri in volume e gli 8 miliardi di euro a valore, in crescita sia sul 2020 che sul 2019. La destinazione principale, per volumi, diventano così gli Stati Uniti, terzo mercato nel 2020 e secondo nel 2019, al vertice anche per valori: 1,57 miliardi di euro nei primi 9 mesi del 2021, pari al 19,69% delle esportazioni di vino francese. Sul fronte delle importazioni, volano le bollicine italiane, sulle ali del Prosecco, che rappresenta una quota del 4% di tutto il vino importato dalla Francia. |
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A volte, tra grande vino e cibo, l’abbinamento va ben oltre il piatto, e fa bene al territorio. Grazie ad una sempre maggiore sensibilità dei produttori di vino, che investono sempre più spesso ben oltre i proprio confini aziendali. Come succede in Alta Langa, territorio d’eccellenza della spumantistica Metodo Classico del Piemonte, legato a doppio filo al Tartufo Bianco d’Alba e alla sua Fiera Internazionale, con il Consorzio guidato da Giulio Bava protagonista di un’iniziativa peculiare, che vedrà i viticoltori dell’Alta Langa dedicare una porzione di terreno alla piantumazione di alberi simbionti del tartufo, in partnership con il Centro Nazionale Studi Tartufo. Intanto, le bollicine piemontesi volano sul mercato, con vendite a +42% sul 2019, pre pandemia, ed un giro d’affari al consumo “che stimiamo intorno ai 30 milioni di euro”, spiega Bava a WineNews. |
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Se c’è un settore che ha dimostrato di saper rispondere in maniera resiliente alla crisi pandemica, è quello degli alcolici, vino compreso, che affronta il 2022 avendo di fronte opportunità ma anche ostacoli, a partire dal boom dei costi di energia e trasporti. Che avranno un impatto importante sui trend di consumo dei prossimi 12 mesi, messi in fila dall’Iwsr. Il primo riguarda il recupero, dopo il declino del 2020, degli spirits di alto livello; dall’altra parte, le bevande analcoliche e a basso contenuto di alcol stanno diventando sempre più popolari, in sostituzione (“Substituters”) degli alcolici, o nella stessa occasione di consumo (“Blenders”); continuerà a crescere l’e-commerce, il cui valore è aumentato del 43% nel 2020 nei 16 mercati chiave analizzati da Iwsr; la pandemia ha stravolto il mondo del lavoro, e lo smart working svuota le città e sposta il fulcro della quotidianità dentro casa; una categoria che continua e continuerà a trovare sempre maggiore spazio è quella dei “ready to drink”; cresce la curiosità per cose sempre nuove e diverse, dalle birre artigianali al vino al whisky giapponese; la sostenibilità, ambientale e sociale, è sempre più una priorità per le aziende; infine, le pressioni esterne, che vanno al di là della domanda dei consumatori, ma che incidono sulla produzione e sulla filiera delle bevande alcoliche. |
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Le donne sempre più predominanti nella scelta e nella prenotazione che, gioco forza, avviene con sempre meno anticipo: sono i trend anticipati da Divinea, nel suo report annuale sull’enoturismo, che sarà presentato a febbraio 2022. Dai dati, intanto, emerge che nel 2021, il 66% dell’acquisto di esperienze in cantina è stato gestito da donne (era il 54% nel 2020). Ancora, si è ridotto il lasso di tempo tra il momento della prenotazione e il giorno dell’esperienza in cantina: prima della pandemia i visitatori prenotavano in media 23 giorni prima, oggi 12 giorni prima. |
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Il Brunello di Montalcino 2016, annata consacrata da critica e mercato, domina anche la “Best Italian Wines of 2021” by Ian d’Agata, Editor in Chief di “TerroirSense Wine Review”. Che ha messo, al vertice assoluto, il Brunello di Montalcino Riserva 2016 Fuligni, una delle cantine storiche di Montalcino, guidata da Maria Flora Fuligni con il nipote Roberto Guerrini Fuligni, davanti ad un mostro sacro come il Barolo Monfortino 2015 Riserva di Giacomo Conterno, e ad un altra gemma come il Brunello di Montalcino Riserva 2016 di Poggio di Sotto del gruppo ColleMassari Wine Estates di Claudio Tipa. In “top 20” anche cantine come Costanti, Baricci, Pian dell’Orino, Benanti, Cà del Baio, Capezzana, Marco De Bartoli, San Giusto a Rentennato, Redigaffi, Biondi Santi, Canalicchio di Sopra, Cogno, Clerico, Donnafugata, Gaja, Giovanni Corino e Il Marroneto. |
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A WineNews Marco Simonit, alla guida di Simonit & Sirch, il cui metodo di potatura ha conquistato le più grandi cantine d’Italia e del mondo. “C’è una attenzione crescente al tema della vigna, in tutto il mondo, e da parte di tanti giovani. L’obiettivo è fare vini sempre più buoni e identitari, da vigne sempre più sane e longeve. Ma serve tanta formazione”. E intanto la Vine Master Pruners Academy, in un anno, è diventata una community mondiale con oltre 8.000 iscritti. |
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