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N. 3.272 - ore 17:00 - Martedì 19 Ottobre 2021 - Tiratura: 31.183 enonauti, opinion leader e professionisti del vino |
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“Il futuro della viticoltura è nelle mani dell’innovazione genetica e digitale. Purtroppo il miglioramento genetico non è compreso perché nelle scuole le materie scientifiche sono poco presenti. Il messaggio dovrebbe arrivare da media capaci di divulgare la scienza. L’innovazione genetica ha sempre accompagnato l’uomo, dalla domesticazione alla creazione di nuove varietà, e gli strumenti a disposizione hanno accelerato in modo incredibile il perseguimento degli obiettivi di sostenibilità. Ma serve una forte collaborazione tra pubblico e privato”. A dirlo il professor Attilio Scienza, dell’Università di Milano, tra i massimi esperti in materia. |
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“L’enotecario deve vendere vino, e per vendere vino lo si deve conoscere. Per vendere le bottiglie ci sono i supermercati. Voi non siate supermercati”. Poche parole, per descrivere l’essenza dell’enoteca che era, che è e che sarà, che arrivano da un pioniere del settore come Antonino Trimboli, che, alla soglia dei 100 anni (classe 1922), ha sintetizzato le tante indicazioni sul futuro delle enoteche, sempre più “hub” tra le cantine ed il territorio, come le ha definite la professoressa Magda Antonioli Corigliano (Università Bocconi e tra le massime studiose dell’enoturismo) nel convegno “L’enoteca dei prossimi 40 anni. Il vino, il turismo, il territorio, la digitalizzazione, l’artigianato Agroalimentare”, di scena a “Vinitaly Special Edition 2021” con Vinarius, l’Associazione che rappresenta oltre 120 Enoteche Italiane (il cui fatturato totale sfiora i 50 milioni di euro) che coprono l’intero territorio nazionale, fondata nel 1981 e oggi guidata da Andrea Terraneo. Una discussione sul futuro dell’enoteca, tra turismo e digitale, nel post pandemia, guidata dal vicedirettore del Tg5 Andrea Pamparana. E se anche enoteche ed enotecari devono aggiornarsi alle possibilità rappresentate dal digitale, hanno spiegato Carlo Hausmann, esperto di sviluppo rurale, ed Aldo Borelli, direttore scientifico e general manager R&S management, il vero valore aggiunto delle enoteche sono le persone, gli enotecari e la loro competenza, come ricordato da Maurizio Zanella, uno dei nomi più autorevoli del vino italiano e alla guida di Ca’ del Bosco, cantina simbolo della Franciacorta. “Per me - ha detto Zanella - il vino si divide in due famiglie, il vino commodity ed il vino “nobile”, legato alla viticoltura più che all’enologia. Il commercio del secondo segmento non può essere demandato a formule come l’online, per esempio, perché ha bisogno di un accompagnamento che lo spieghi, lo racconti, e ne aumenti il valore. Quindi il ruolo delle enoteche non è per niente finito: c’è chi pensa che online e gdo possano spazzare via il rapporto umano, ma io non credo a questo. Il vantaggio competitivo delle enoteche è un fattore umano enorme: è la conoscenza diretta, il legame con il cliente, che però va valorizzato. Le aziende che fanno “vini nobili” hanno bisogno di lavorare sul posizionamento di valore, e le enoteche sono le uniche in grado di fare questo”. |
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Il mercato del vino sta ritrovando la normalità, dopo il terremoto scatenato dalla pandemia, ma adesso una nuova tegola minaccia la stabilità del comparto: quella delle spese. Ammonta infatti a 800 milioni di euro il conto complessivo dei rincari su materie prime, trasporti ed energia per il comparto vino. Una bolletta salata che, secondo un’inchiesta del “Corriere Vinicolo”, rischia di incidere pesantemente su redditività e competitività delle aziende italiane, che già devono tener conto del rialzo dei prezzi dopo una vendemmia quantitativamente scarsa. Stando alle elaborazioni del settimanale dell’Unione Italiana Vini (Uiv), che ha quantificato tra il 20 e il 60% l’incremento dei costi delle materie prime, questa tendenza interesserà il settore vitivinicolo almeno fino ai primi mesi del prossimo anno, quando il mercato dovrebbe riequilibrare le tensioni tra domanda e offerta. |
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Brunello di Montalcino e Barolo, su tutti, ma anche Valtellina, Soave, Vino Nobile di Montepulciano, Valpolicella, Abruzzo, Chianti Classico e Lessona: vengono da questi territori i migliori vini da invecchiamento secondo la “Top 100 Cellar Selection” 2021 by “Wine Enthusiast”. Se al n. 1 c’è il californiano Ramey 2018 Hyde Vineyard Chardonnay, sul secondo gradino del podio c’è l’Italia, con il Brunello di Montalcino 2016 della griffe Le Chiuse, uno dei 9 vini con 100 punti (4 italiani, di cui 3 da Montalcino) della selezione. Di cui fanno parte il Barolo di Serralunga d’Alba 2016 di Famiglia Anselma, il Brunello 2016 di Fuligni, il Barolo Bricco Boschis Vigna San Giuseppe Riserva 2016 di Cavallotto, il Brunello 2016 di Salvioni, il Barolo Monvigliero 2017 di Comm. G. B. Burlotto, il Valtellina Superiore Sassella Rocce Rosse Riserva 2013 di Arpepe, il Barolo Brea Vigna Ca’ Mia 2017 di Brovia, il Soave Classico La Froscà 2018 di Gini, il Nobile di Montepulciano Mulinvecchio 2016 di Contucci, il Barbaresco Montefico Vecchie Viti 2015 di Roagna, il Lessona 2018 di Villa Guelpa, il Brunello di Montalcino Madonna delle Grazie 2016 de Il Marroneto, il Sammarco 2017 del Castello dei Rampolla, l’Amarone della Valpolicella Classico 2016 di Allegrini, il Chianti Classico 2018 di Istine ed il Montepulciano d’Abruzzo Mazzamurello 2017 di Torre dei Beati. |
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Un 2008 denso di vita personale e avvenimenti epocali, dall’elezione alla presidenza Usa di Barack Obama al crack di Lehman Brothers, ma ovviamente, anche di vendemmia, per un produttore di vino. Anno che seguendo un lungo filone che lega l’arte al vino, il produttore Marco Speri ha deciso di raccontare con il linguaggio dei fumetti da lui ideati (con i disegni realizzati dal fumettista Riccardo Pagliarini), che vestono l’Amarone della Valpolicella Classico Riserva Fumetto 2008 di Secondo Marco. |
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Segnale di ripartenza del business e della promozione del vino italiano doveva essere, e tale è stata, la “Vinitaly Special Edition” 2021 by Veronafiere: più piccola, ovviamente nei numeri (400 le cantine espositrici, da tutta Italia), ma andata oltre le aspettative, con la presenza di 12.000 operatori professionali, più di 2.500 buyer (il 22% del totale) e 60 Nazioni rappresentate, per un appuntamento giudicato con favore da tante aziende e Consorzi, e che diventa ideale trampolino di lancio alla prossima edizione di Vinitaly 2022, la n. 54, in programma dal 10 al 13 aprile 2022. A cui si guarda ripartendo dalla soddisfazione dei vertici della fiera veronese e degli espositori (nell’approfondimento le posizioni di Unione Italiana Vini, dell’Istituto Marchigiano Tutela Vini e dei Consorzi del Brunello di Montalcino e della Valpolicella). |
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A WineNews Marco Caprai (Arnaldo Caprai), Lamberto Frescobaldi, Ettore Nicoletto (Bertani Domains), Beniamino Garofalo (Gruppo Santa Margherita), Camilla Lunelli (Ferrari), Domenico Zonin (Zonin 1821), Matilde Poggi (Fivi), Ernesto Abbona (Marchesi di Barolo), Vittorio Moretti (Terra Moretti), Rodolfo Maralli (Banfi), Chiara Lungarotti, Michele Bernetti (Umani Ronchi) e Celestino Gaspari (Zymè). |
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